Indice di vulnerabilità e collaudo di una struttura sono solo alcuni dei termini tecnici che si riferiscono alla progettazione ed all’adeguamento antisismico di un edificio. Molti edifici italiani risalgono, infatti, agli anni ’60 e ’70, cioè prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche ed esistono territori, come Catania, dove due edifici su tre, vale a dire la quasi totalità, non sono a norma.
Per lavorare in un contesto che richiede di affrontare e risolvere alcune criticità ed aspetti relativi al recupero antisismico degli edifici esistenti è necessario un percorso di formazione ed informazione sul tema.
Lo ha capito l’Ordine degli Ingegneri di Catania (nella foto) che ha organizzato il seminario “Relazione strutture ultimate e collaudo statico nelle nuove norme tecniche 2008” – coordinato dal segretario della Commissione Filadelfo Tornabene, con i contributi dell’ing. Vincenzo Venturi e dell’ing. Nunziato La Spina.
L’incontro ha riunito ben 200 ingegneri nella sala conferenze dell’Ordine. In occasione dell’evento è stato anche reso noto che entro l’estate la categoria organizzerà la “settimana di sensibilizzazione antisismica”, con il coinvolgimento del Genio civile, del dipartimento Protezione Civile, dell’Università, delle amministrazioni del territorio e di altri ordini professionali.
L’iniziativa sarà utile per permettere ai tecnici ed agli operatori coinvolti nel settore del’edilizia e del recupero sismico di condividere esperienze, informazioni e progetti utili.
Con l’entrata in vigore delle Ntc (Norme tecniche per le costruzioni) del 1 luglio 2009, infatti, tutti gli immobili devono rispettare i criteri di sicurezza antisismica. Sulla base di dette norme, oggi, costruire una casa con criteri antisismici comporta mediamente il 10% in più di costi e il 30% in più di tempo.
“Esiste anche un programma di valutazione di vulnerabilità – ha sottolineato durante il seminario Luigi Bosco, coordinatore Commissione strutture rischio sismico dell’Ordine – che con costi accessibili, circa 3 euro al metro cubo, garantirebbe l’adeguamento sismico degli edifici, soprattutto delle scuole e delle cosiddette strutture ‘strategiche’. È nostro preciso dovere impegnarci per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della classe politica, per una strategia di prevenzione sinergica”.